Capoliveri – Elba – Italia

Il nome del paese è ampiamente attestato durante il Medioevo; una delle prime menzioni è nella forma Capolibero[5] (1260). Successivamente sono documentate le forme Capoliveri e Capolivri[6] (1289 e 1291) ed infine Capolivro[7] (1343). Tramandati invece soltanto da eruditi locali del XVIII secolo sono i nomi Caput Liberum e Caput Ilvae, ma non sono attestati in alcun documento posteriore a tale periodo. Il significato del toponimo non è certo. Forse il nome sta in rapporto con il dio Liber o Bacco, in allusione alla viticoltura già presente in età romana, oppure più verosimilmente dalla conformazione stessa del settore dell’isola dove sorge Capoliveri[8] («libero» in quanto circondato dal mare).

La zona era già popolata nell’epoca etrusco-romana (Necropoli ellenistica di Capoliveri). Dall’XI al XIV secolo, l’Elba fece parte della Repubblica di Pisa; in tale periodo, Capoliveri fu sede dell’importante Capitanato dell’Elba. Nel XIV secolo sono attestati i nomi di alcuni rioni del paese: Borgo, Castello e Porta a Staldo. Dal 1399 l’Elba fu governata dagli Appiano. Nel 1548 fu ceduta a Cosimo I de’ Medici (1519-1574), primo Granduca di Toscana. Capoliveri, nel giugno 1544, fu pesantemente colpita da Khayr al-Din Barbarossa e nell’agosto del 1553 da Dragut. Successivamente Filippo III di Spagna conquistò Porto Longone nel 1596 e nel 1709 diventò parte del Regno di Sicilia. Dopo la campagna d’Italia di Napoleone I nel 1799 la popolazione di Capoliveri sviluppò una resistenza ostinata. Quando i cittadini uccisero un gruppo di soldati francesi in fuga da Longone, il contrattacco di una guarnigione proveniente da Portoferraio distrusse quasi tutto il paese. Questo sfondo storico spiega perché quando Napoleone I, nel 1814, arrivò in esilio come Re dell’Elba, fu accolto con scetticismo a Capoliveri, mentre tutti gli altri comuni dell’Elba lo salutarono come liberatore. I cittadini rifiutarono il pagamento delle tasse; la resistenza fu guidata da due preti locali. Terminò, però, quando questi organizzatori furono arrestati. Durante il Risorgimento il medico Vincenzo Silvio (nato a Capoliveri il 9 maggio 1805) era conosciuto come patriota. Fu arrestato a Roma per le sue idee sullo stato nazionale e rinunciò alla sua carriera; venne licenziato «per incapacità». Dopo l’unificazione italiana, nel 1860 tornò a Capoliveri come medico militare. Dopo la sua morte (1873) furono distrutti i documenti famigliari e per questo il personaggio fu dimenticato per molti anni. Oggi una associazione privata si dedica a ricerche sulla sua vita e ha chiesto all’Amministrazione comunale di intitolargli una via del paese. Fino al 1906 Capoliveri apparteneva al comune di Porto Longone, oggi Porto Azzurro.

Oggi una delle risorse economiche più importanti per Capoliveri è il turismo.